Rettiliani, chi sono e da dove arrivano

Rettiliani, chi sono e da dove arrivano

Tra le varie specie aliene che popolano l’universo, e con cui siamo entrati in contatto, quella dei rettiliani è sicuramente la più famosa e temuta. Le teorie attorno a questi viaggiatori dello spazio sono molte e non tutte coincidono, ma in questo articolo vi aiuteremo a mettere un po’ di ordine alle idee e farvi un’opinione chiara.

Si parla tanto di rettiliani, della loro natura aliena e del loro mancanza di empatia che li porta inevitabilmente ad essere privi di compassione o rispetto nei confronti degli altri esseri umani. Sicuramente c’è molto da dire, ma in questo articolo ci limiteremo a esporre le informazioni riguardo alla loro natura biologica e alla loro provenienza. Intanto però occorre precisare che quando parliamo di “rettiliani” in realtà intendiamo implicitamente i “rettiliani draconiani”, ovvero originari di Alpha Draconis. Questo accade perché questa specie è la più importante a livello galattico, ma non vuol dire che si tratta dell’unica specie rettiliana.

Le molte origini delle specie rettiliane

È praticamente certo che la nostra galassia sia un luogo alquanto affollato per quanto riguarda la vita, compresa quella intelligente. I pianeti abitabili sono una moltitudine e su molti di essi la vita ha potuto evolversi fino a permettere lo sviluppo di specie intelligenti. La Terra quindi non è un’eccezione, ma solo uno dei tanti casi in cui è accaduto!

Per capire che non sia un’idea così strana possiamo tranquillamente attingere alle fonti ufficiali. Negli ultimi anni gli scienziati di tutti il mondo stanno facendo a gara per individuare i cosiddetti esopianeti, ovvero i pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare e che orbitano attorno ad altre stelle. Attualmente sono stati individuati circa 2.000 pianeti che orbitano attorno ad altre stelle, ma quello su cui è importante focalizzarsi è che la scienza concorda nel dire che il sistema solare, con i suoi pianeti, non è un’eccezione, ma piuttosto una configurazione molto comune tra le stelle della Via Lattea. Se a questo punto consideriamo anche che le attuali stime dicono che la Via Lattea abbia non meno di 200 miliardi di stelle otteniamo che il numero di pianeti è enorme e, in proporzione, lo sarà anche il numero di pianeti abitabili.

Via Lattea dei Rettiliani

Vita su un pianeta vuol dire anche evoluzione, ce lo insegna Charles Darwin. Non esiste vita senza evoluzione perché si tratta sempre di un processo graduale in cui le generazioni di esseri viventi si susseguono permettendo a chi è più adatto a sfruttare un ambiente di riprodursi in numero maggiore. Spesso si pensa che suoi pianeti alieni troveremmo delle forme di vita completamente diverso, ma è molto più probabile che ci imbatteremmo in esseri che presentano dei caratteri che già conosciamo.

Basta osservare l’evoluzione sulla Terra per scoprire che specie con origini molto diverse tendono ad assumere forme o comportamenti simili quando si trovano a vivere in contesti simili, un fenomeno chiamato convergenza evolutiva. La vita tenderà sempre a iniziare in un ambiente in cui lo scambio di sostanze nutritive è facilitato, ovvero nell’acqua degli oceani, utilizzando le fonti di energia più facilmente accessibili, come la luce solare, per dare origine a quelle che chiamiamo piante. A quel punto si svilupperanno altri esseri che si ciberanno delle piante per una questione di convenienza e di opportunità. L’evoluzione porta quindi alla colonizzazione delle terre emerse fino a quelli che definiamo rettili, esseri capaci di assumere forme molto variegate e dalla grande longevità.

I rettili sono una delle possibili forme finali dell’evoluzione, nonché la più semplice e quindi quella più comune. Certo, su un pianeta potrebbe essersi sviluppata una civiltà di molluschi o di anfibi, ma sarebbero comunque legate ad un ambiente prevalentemente acquatico. I rettili invece sono le prime forme di vita in grado di muoversi efficacemente sulle terre emerse, di manipolare l’ambiente e quindi di sviluppare un’intelligenza complessa e ad un certo punto di raggiungere le stelle.

Quindi quando si parla di rettiliani occorrerebbe specificare di quali si sta parlando esattamente perché nel corso del tempo esseri rettiliani si sono sviluppati in forma indipendente su molti pianeti, compresa la Terra.

Il ritardo evolutivo della Terra

A questo punto affronterei una piccola parentesi sull’evoluzione sulla Terra: l’evoluzione della vita sulla Terra ha subito un grave ritardo dovuto al meteorite che eliminò gran parte delle specie viventi 65 milioni di anni fa. Come sappiamo tutti un meteorite, con un diametro stimato di 10 chilometri, colpì il nostro pianeta in un punto che oggi corrisponde grossomodo alla penisola dello Yucatan in Messico. L’esplosione che ne conseguì fu di proporzioni che difficilmente possiamo immaginare, vaporizzò qualsiasi forma di vita nel raggio di centinaia di chilometri, causò tsunami di dimensioni colossali, generò una pioggia di piccole meteoriti su tutto il pianeta che a loro volta incendiarono le foreste e infine avvolse la Terra in una coltre di fumo e polvere che si stimma possa essersi mantenuta anche per decine di anni.

Estinzione dei dinosauri

Dopo l’apocalisse la vita lentamente rifiorì, ma il dominio dei pianeta era passato dagli evoluti dinosauri ai mammiferi, esseri che fino a quel momento si erano dovuti accontentare di piccole nicchie ecologiche. 65 milioni di anni fa i dinosauri erano delle sofisticate macchine biologiche che si erano evolute in molti modi grazie alla loro capacità di assumere forme e specializzazioni molto diverse. C’erano gli enormi erbivori, i carnivori grossi e soprattutto c’erano anche quelli intelligenti. Diversi studi hanno dimostrato che alcuni rami evolutivi dei dinosauri avevano cominciato a muoversi nella direzione dell’intelligenza, ma il testimone passò a quelli che all’epoca erano dei piccoli e semplici roditori.

Ma non mi dilungo oltre su questi aspetti perché quello del ritardo evolutivo terrestre è un argomento che ho già trattato in un articolo specifico. Ma in sintesi il discorso è che su altri pianeti l’evoluzione ha avuto, nella migliore delle ipotesi, un vantaggio di decine di milioni di anni su di noi.

Le origini dei rettiliani draconiani

Torniamo ora a parlare specificatamente dei rettiliani draconiani. Purtroppo, parlando di alieni, ci si imbatte spesso in fonti poco autorevoli o volutamente falsificate che contribuiscono ad aumentare il livello di confusione. Probabilmente molte di queste operano in malafede e sono lì con lo scopo preciso di confondere le acque e quindi lasciarci nell’ignoranza. Ma gli aspetti sociopolitici derivati dal contatto con le specie aliene non è l’argomento di questo articolo.

Rettiliano Draconiano

Intanto, da dove arrivano i rettiliani draconiani? Tutte le fonti affidabili, storiche e contemporanee, riportano che i Rettiliani arrivano da un pianeta orbitante attorno ad Alpha Draconis (Thuban), la stella principale di quella che per noi è la costellazione del Drago. Questa stella ha anche svolto il ruolo di stella polare tra il 4000 e il 1800 a.C., ma c’è ancora molto da dire riguardo la loro origine.

I draconiani non erano altro che una specie rettiliana sviluppatasi indipendentemente sul pianeta fino all’arrivo dei 45 “Cariani”, gli esseri-uccello che esistono fin dalle origini del nostro universo perché provenienti da un altro universo. I Cariani, data la loro natura ancestrale, vivono ad un livello etereo e quindi si nutrono di energia, ma sono costretti a scendere ad un livello più fisico nel momento in cui hanno la necessità di generare una discendenza.

Quindi i Cariani, stabilitisi su Alpha Draconis, ad un certo punto cominciarono delle complesse ibridazioni genetiche con una specie di rettili indigeni arrivando ad originare, appunto, i rettiliani draconiani. Quest’ultimi hanno quindi una doppia natura cariana e rettile che associa da una parte una grandissima intelligenza e alla capacità di esistere su più piani della realtà e dall’altra la tipica indole rettiliana aggressiva. I rettili, è noto, tendono ad essere molto aggressivi, tanto che in genere non si curano della propria prole e attaccano anche altri membri della propria specie. A differenza di noi mammiferi sono freddi e spietati. Non che noi non sappiamo esserlo, ma solo se messi in determinate condizioni.

Vorrei far notare che il fatto che i rettili draconiani arrivino proprio da “Alpha Draconis” (Draco è il latino di Drago o Dragone, il re dei rettili) può sembrare una curiosa coincidenza che potrebbe far pensare che sia stato qualcuno di poca fantasia ad posizionare lì il loro luogo di origine. In realtà però la costellazione del Drago è una delle più antiche riconosciute dall’umanità ed è arrivata a noi dai romani, che l’hanno assimilata dai greci che a loro volta la ereditarono dai sumeri. Inoltre, curiosamente, Alpha Draconis non è la stella più luminosa della costellazione (primato che spetta a Gamma Draconis), questa sì, una strana coincidenza.

Tiriamo le somme

Tra tutte le specie rettiliane della galassia quella proveniente da Alpha Draconis è in assoluto la più importante. Nata dall’ibridazione tra gli antichi Cariani e i rettili indigeni hanno poi sfruttato il loro grande vantaggio evolutivo per imporre la propria volontà alle tante civiltà che hanno incontrato. La loro tendenza è quella di sfruttare le opportunità offerte dai pianeti facendo in modo da usarne le risorse a proprio vantaggio, in genere agendo in maniera subdola e non cercando uno scontro diretto, ma di questo parleremo in un altra occasione.

3 pensieri riguardo “Rettiliani, chi sono e da dove arrivano”

  1. La disquisizione parte da presupposti giusti ma poi contiene troppe imprecisioni. Lo stadio evolutivo successivo ai rettili sono stati gli uccelli, che avevano tutto il tempo di superare i mammiferi, ma non l’hanno fatto. Gli stessi rettili sulla Terra esistono ancora, ma non si sono evoluti in fretta come i mammiferi. La maggiore competitività dei mammiferi è dovuta alla cura diretta dei piccoli, mentre le uova che depongono rettili e uccelli sono più esposte a rischi.

    Non concordo neppure sul “ritardo evolutivo”, perché ciò dipende dalla nascita e dal tempo di raffreddamento della stella che ospita il pianeta. Ci sono stelle nel frattempo nate e morte in questi 5 miliardi di anni, l’universo è in evoluzione continua, non è partito tutto assieme come una maratona delle olimpiadi. Riterrei più probabile una vita su Marte antecedente alla Terra, quando il nostro sole era più caldo, che poi si è estinta col raffreddamento.

    E dire poi che la vita passi per forza attraverso l’evoluzione dei rettili è pura superficialità, la “convergenza evolutiva” esiste ma si verifica sulla Terra a parità di condizioni ambientali, e prevede una somiglianza nella funzionalità fisica non nella specie. Non sappiamo invece quali condizioni climatiche esistano su altri pianeti e a quali convergenze possano portare. E’ impensabile per noi vivere su un altro pianeta con le nostre sembianze fisiche, noi non sopravviveremmo neppure sulla Terra stessa al tempo dei dinosauri, vista la diversa composizione dell’aria e della vegetazione

    1. Per quanto riguarda l’aspetto evolutivo gli uccelli sono gli unici discendenti sopravvissuti dei dinosauri, ma questo non vuol dire che fossero quelli più evoluti in termini di intelligenza visto che che il vantaggio evolutivo l’avevano trovato nel volo. È vero che oggigiorno ci sono uccelli piuttosto intelligenti, ma sono appunto passati milioni di anni.
      Dei rettili non dinosauri sopravvissuti possiamo solo dire hanno avuto un’evoluzione molto ridotta, rimanendo sostanzialmente invariati.
      Il fatto è che i mammiferi si sono impossessati in fretta delle nicchie ecologiche terrestri (e poi anche marine), dovendo però partire da esseri molto semplici e non troppo diversificati, adatti per lo più alla vita crepuscolare o notturna. Anche qui ci è voluto molto tempo.
      Infine sul fatto che la prole degli uccelli sia più esposta a rischi di quella dei mammiferi, non è così vero, basti pensare alle difese di uova e pulcini di tante specie di uccelli e il fatto che i pulcini stessi passano alla forma adulta molto più in fretta dei mammiferi. Tanto è vero che ogni coppia di uccelli genera un numero di figli per covata pari più o meno a quanti ne fanno i mammiferi, mentre per esempio ogni pesce femmina è costretto a fare migliaia di uova per garantire il mantenimento della specie.
      Per quanto riguarda i tempi cosmici il ragionamento è che le stelle di seconda generazione come il Sole, che hanno una vita sufficientemente lunga da permettere l’evolversi della vita, sono per forza di cose precedute da stelle giganti di vita breve. Considerando che l’universo ha circa 13 miliardi di anni, di cui un paio dedicati all’evoluzione iniziale, e che il nostro sistema solare esiste da 4 miliardi di anni, la forchetta di tempi in cui queste fasi si possono svolgere non è così ampia come potrebbe sembrare.

      Infine sulla convergenza evolutiva c’è il discorso che siamo abituati a vedere gli extraterrestri attraverso gli occhi della fantascienza che nel corso dei decenni ci ha proposto soluzione assolutamente fantasiose come alieni basati su silicio che respirano cloro, o esseri di plasma. È vero che finché parliamo di vita semplice molte forme sono possibili (si pensi per esempio ai cianobatteri), ma già ci sono alcuni aspetti che devono per forza essere comuni, ne cito solo due per non citarne altre decine.
      Il primo è che la vita può solo nascere in un ambiente acquatico perché solo qui ci può essere un cocktail di molecole in grado di combinarsi liberamente per formare catene sempre più grosse, di conseguenza la vita complessa deve basarsi su acqua e carbonio.
      Il secondo è che da una certa complessità in poi la vita animale, che si nutrono attivamente di altri esseri, deve assumere una simmetria bilaterale sia per motivi di locomozione, perché è meglio specializzarsi a muoversi in una direzione precisa, che per avere gli organi di senso principali (olfatto, gusto e vista) concentrati in una testa in grado di esplorare abilmente l’ambiente.
      Concludo dicendo che, come scritto nell’articolo, i rettili sono i primi animali in grado di colonizzare efficacemente le terre emerse, di sviluppare un’intelligenza complessa e, senza un cataclisma, non sarebbero stati sostituiti dai mammiferi e avrebbero potuti arrivare a fondare delle civiltà già qualche milione di anni fa. Cosa che sembra essere successa su altri pianeti.

  2. Ma come facciamo a distinguere i rettiliani infiltrati tra noi? È ormai un dato di fatto che ci sono milioni di rettiliani che convivono con noi pitrebbe essere il nostro vicino, collega e addirittura qualche compagno di scuola dei nostri figli.

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